Al PalaTiberia ancora nessun sigillo. Perché?

A Torino, nei mesi scorsi, la Procura della Repubblica ha avviato un’indagine che fra i reati annoverava un teorico «pericolo di crollo colposo» per il nuovo stadio della Juventus, da poco inaugurato ( http://www.leggo.it/archivio.php?id=144420 ).

A Ceccano, in provincia di Frosinone, sono ormai trascorse intere settimane dal crollo reale (e non teorico) della copertura del Palazzetto dello Sport della città e nessuno ancora ha provveduto a sigillare l’intera struttura, nella quale avrebbe potuto verificarsi una vera e propria strage.

Perché?

Ci si pone ormai questa domanda da diversi giorni, visto che la struttura sportiva di Ceccano è di fatto ancora accessibile a chiunque avesse intenzione di intrufolarsi al suo interno e non è stato predisposto alcun provvedimento in tal senso, anche al fine di impedire eventuali sabotaggi, che potrebbero essere tranquillamente perpetrati da persone direttamente coinvolte nei lavori per la realizzazione dell’impianto sportivo.

Non si vuole certo dare una lezione giuridica a chi, ovviamente, della materia ne sa molto più di migliaia semplici cittadini preoccupati ed indignati, che per anni dovranno ancora sobbarcarsi con le proprie tasse, i costi finanziari di un mutuo appositamente acceso dal Comune per pagare propri i lavori del Palasport; o ancora le migliaia di famiglie che hanno accompagnato i loro figli a fare allenamenti e gare, partecipando in massa ad eventi e manifestazioni sportive, saggi scolastici, che avrebbero continuato ad esserci anche in questi giorni, come ci dimostrano le delibere della giunta comunale della città.

Sollecitare le Istituzioni competenti ad intervenire e dare le dovute risposte su argomentazioni di grande interesse pubblico, è un diritto di ogni cittadino italiano, garantito dalla Costituzione della nostra Repubblica.

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